Gli effetti degli appalti al “massimo ribasso” sul territorio
Sui lavori per i Mondiali 2021 di Cortina i nostri riflettori rimangono accesi. Dopo il dibattito del 16 dicembre, in cui il Prefetto di Belluno Adriana Cogode si è impegnata per nuove modalità di monitoraggio delle irregolarità lavorative, ecco l’intervento di Pierluigi Matteraglia, architetto e componente del comitato scientifico del Cidv.
Il punto di vista territoriale
L’argomento che intendo affrontare inizia da una riflessione sulla premessa al Piano Strategico per l’Accessibilità a Cortina 2021 nel quale si afferma che “gli interventi non rientrano tra gli strumenti di pianificazione e programmazione delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari (..) ai sensi del D. Lgs 50 del 2016” ed è pertanto possibile ricorrere a procedure di affidamento basate sul “massimo ribasso”.
La tesi che sostengo è duplice: da un lato il “massimo ribasso” congiunto alla complessità e contraddittorietà della normativa sugli appalti pubblici, apre spazi e opportunità nei quali si può infiltrare la componente mafiosa, dall’altro lato gli interventi in questione hanno un carattere strategico e profonde influenze sul territorio montano che attraversano e perciò andrebbero pianificate, progettate e affidate con modalità del tutto diverse da quelle realmente adottate.
I difetti dell’affidamento al massimo ribasso sono stati analizzati e discussi da molto tempo e il l’introduzione obbligatoria dell’offerta economicamente più vantaggiosa – seppur non la migliore delle soluzioni – con Codice degli Appalti del 2016 e le conseguenti Linee Guida dell’Anac dovevano rappresentare una svolta. Ma così non è stato e da ultimo col Decreto Semplificazioni è stata reintrodotta la possibilità di ricorrere al massimo ribasso. Ma il Piano Strategico per Cortina nonostante fosse precedente al Decreto Semplificazioni ha trovato il modo – discutibile – di reintrodurre il vituperato “massimo ribasso”.
Questa modalità permette sconti sul prezzo a base di gara che arrivano al 30% senza per questo fornire da parte dell’offerente giustificazione alcuna. Ma la domanda è: Come fanno le imprese a guadagnare facendo questi sconti? Usando materiali scadenti e, come ad esempio è successo per la Statale del Santo, impiegando i rifiuti al posto della ghiaia e del ghiaino. I rifiuti hanno lo stesso volume ma una compattezza del tutto diversa e nel tempo si schiacciano e creano avvallamenti, fessure che permettono infiltrazione di acqua e la formazione di ghiaccio, con deformazioni costanti e importanti del manto stradale con la conseguenza che i costi di manutenzione salgono costantemente e la strada non raggiunge mai il livello di servizio previsto.
Come fanno le imprese a guadagnare facendo questi sconti? Usando materiali scadenti e, come ad esempio è successo per la Statale del Santo, impiegando i rifiuti al posto della ghiaia e del ghiaino Condividi il TweetMa la cosa non è così semplice: Ferruccio De Bortoli nel Corriere Economia del 14-12-20 evidenzia che “ la paura della firma attanaglia i funzionari pubblici. Si pensi soltanto che 150 appalti, sotto i 50 milioni di importo – per i quali era possibile l’affidamento diretto – sono andati a gara”. La volontà di combattere la corruzione trova ostacoli nella stessa struttura normativa che oscilla tra deroga e semplificazioni. Le norme sugli appalti inoltre (rileva F. Karrer ex Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sulla Rivista online ApertaContrada) hanno alcuni difetti fondamentali: il primo è quello di volere per legge prevenire la corruzione. Sono intrise di norme da codice penale più che da disciplina del public procurement.
Le norme sulle gare d’appalto sono cambiate 140 volte in quattro anni e prima del Codice degli Appalti, 223 volte in nove anni. Un marasma nel quale è difficile districarsi e si può comprendere perché i funzionari pubblici “non firmano”. Oltre tutto nelle procedure non sono mai definiti gli elementi, a mio avviso fondamentali: la qualità e l’interesse pubblico: che cosa sono, come vanno definiti, come rientrano nella specifica procedura. Il loro raggiungimento sarebbe certamente la discriminate nelle scelte della pubblica amministrazione.
Procedure che hanno al centro la qualità
Gli effetti moltiplicativi degli investimenti in opere pubbliche cambiano in relazione ai prodotti, alle tecnologie e alla sostenibilità. Non è solo la quantità di denaro immessa ma il percorso di questo denaro.
Gli investimenti sono efficaci quanto più è di qualità il ciclo PROGRAMMAZIONE-PROGETTAZIONE-COSTRUZIONE-COLLAUDO-GESTIONE ED ESERCIZIO DELLE OPERE.
Alla base di questo c’è la qualità della domanda pubblica: come si forma, come si decide, come si finanzia
Più della quantità delle risorse, contano infatti le modalità di erogazione: certezza, regolarità negli avanzamenti dei lavori, ecc.
Una stazione appaltante negozia meglio se dispone di risorse adeguate soprattutto nella fase iniziale del processo di realizzazione. La sua capacità contrattuale è maggiore in quanto è più affidabile.
Ma nella formazione della domanda pubblica, si devono considerare anche obiettivi di lungo periodo, cioè il futuro che si vuole, e non solo la «domanda pregressa» e la criticità. E neanche il solo rendimento degli investimenti.
Variante di Tai di Cadore
Variante di Valle di Cadore
Variante di San Vito di Cadore
Variante di Cortina
E’ evidente che nel nostro caso il futuro è solo quello di Cortina che aumenta la sua attrattività a discapito del resto del territorio: le varianti di Tai di Cadore, di Valle e di San Vito, di fatto eliminano il traffico di attraversamento. Ma per località come queste il cui reddito è prodotto dal commercio e dal turismo breve, la deviazione del traffico significa sottrazione di reddito, perdita di occasioni. Il caso della Sella di Fadalto è davanti agli occhi di tutti: il totale abbandono degli insediamenti in seguito alla realizzazione dell’autostrada.
Per località come queste il cui reddito è prodotto dal commercio e dal turismo breve, la deviazione del traffico significa sottrazione di reddito Condividi il TweetQueste piccole località stanno perdendo popolazione, quella in età lavorativa e si stanno impoverendo. Non sono mai state molto attrattive e d’ora in poi lo saranno ancora di meno. Quello che manca sono opportunità di lavoro alternative e più stabili a quella turistica.
Il confronto con la regione del Vorarlberg (in Austria collocata al confine con la Svizzera) è da questo punto di vista significativo. Il Vorarlberg è una delle prime regioni austriache come sviluppo industriale. Attualmente, rispetto alla tradizionale industria tessile, hanno preso il sopravvento settori come la meccanica di precisione, l’industria elettronica e il turismo .
PIL regionale/pro capite (2018): 48.500 €
PIL Prov BL/procapite 29.000 €
Saldo totale + 2,8% -0,02%
Quanto più le strategie infrastrutturali saranno integrate da quelle territoriali, ambientali e culturali, cioè, quanto più di guarda al futuro di questo territorio tanto più si apriranno opportunità di reddito e di stabilità demografica. Come ha più volte insistito Giavazzi è necessario puntare gli investimenti sulla innovazione, sulla qualità e non sulla defiscalizzaione che attira imprese che competono sui bassi prezzi e sul contenimento del costo del lavoro.
Il problema della lotta alla mafia, a mio avviso, va affrontato da molteplici punti di vista e non solo dal quello della legalità. Ora i mondiali sono solo il prologo delle Olimpiadi, e capitano nel momento in cui si sta decidendo l’impegno delle risorse del Recovery Found. Gli eventi sportivi di livello mondiale devono essere l’occasione per il rilancio dei territori non attraverso contentini ma creando dei presupposti strutturali e ne dico alcuni:
- Cultura e formazione: fondare una università degli sport di montagna e della medicina sportiva;
- Creare una associazione pubblico privata (modello Bolzano) per l’accesso ai finanziamenti europei per opere e attività che creano opportunità di reddito alternative al turismo come la filiera del legno, la produzione di energia da biomasse, il recupero di specialità agroalimentari locali ecc.
- Promuovere il recupero edilizio e architettonico sulla stregua di quanto fatto in Voralberg: innovazione e tradizione.
- Favorire le opportunità turistiche alternative allo scialpino creando circuiti itineranti di più giorni per la bici d’estate e per fondo e telemark d’inverno;
- Creare industrie per la trasformazione dei prodotti agroforestali improntati al benessere;